Filippo Foti (1916 - 1967)
Nato a Syracuse (New York, USA) il 4 luglio 1916. Brigadiere di Pubblica Sicurezza.
Entrò in Polizia nel 1940 e, dopo aver frequentato la Scuola di Polizia di Caserta, prestò servizio presso Reparti di Cagliari, Trieste, Palermo, Messina e Roma. Dal 1963 operò presso il Nucleo di Polizia ferroviaria di Verona.
Vittima nell'attentato alla stazione di Trento, il 30 settembre 1967. Insignito della medaglia d’oro al Valor Militare “alla memoria”, il 18 luglio 1968.
Il 30 settembre 1967 l'esplosione di un ordigno collocato all’interno di una valigetta su un convoglio fermo nella stazione di Trento investì, dilaniandoli, il brigadiere Filippo Foti e la guardia scelta Edoardo Martini che stavano portando la valigetta in un luogo lontano dai passeggeri che affollavano il treno e lo scalo ferroviario. Il fatto venne attribuito al terrorismo sudtirolese che aveva in quel periodo compiuto numerosi attentati sia contro caserme, centrali elettriche e tralicci che contro persone - tra cui militari e appartenenti alle forze dell’ordine - spesso cagionandone la morte o il ferimento.
Edoardo Martini (1923 - 1967)
Nato a Vicenza l’11 febbraio 1923. Guardia scelta di Pubblica Sicurezza.
Entrò in Polizia nel 1948 e, dopo aver frequentato la Scuola Allievi di Nettuno, prestò servizio presso le Questure di Milano, Ragusa, Bologna, Trento e, da ultimo, presso il Nucleo di Polizia ferroviaria di Verona.
Vittima nell'attentato alla stazione di Trento, il 30 settembre 1967. Insignito della medaglia d’oro al Valor Militare “alla memoria”, il 18 luglio 1968.
Il monumento in ricordo di Foti e Martini alla stazione ferroviaria di Trento
La cerimonia – Davanti alla stazione, in onore degli agenti
uccisi da una bomba
INAUGURATA PIAZZA FOTI E MARTINI
È stata intitolata ieri la piazzetta davanti alla stazione
ferroviaria di Trento alle due vittime del terrorismo, il brigadiere
Filippo Foti e la guardia scelta Edoardo Martini del Corpo delle
guardie di pubblica sicurezza, entrambi medaglie d'oro al valor
militare.
Un momento importante che ha visto la partecipazione dei parenti
delle due vittime accanto alle forze dell'ordine, al questore Giorgio
Iacobone, al commissario del Governo Francesco Squarcina, a Santi
Giuffrè direttore centrale della polizia ferroviaria e al sindaco di
Trento Alessandro Andreatta.
Il 30 settembre 1967 Foti e Martini prestavano servizio presso la
stazione di Trento, quando ricevettero una segnalazione in cui si
comunicava che a bordo del treno Alpen Express, proveniente da
Innsbruck, vi era una valigia contenente una bomba. Una volta giunto
il convoglio in stazione, decisero di spostare la valigia sospetta in
un luogo isolato, nei pressi dell'allora scalo merci della stazione.
Prima che potessero allontanarsi l'ordigno esplose uccidendoli sul
colpo.
Ieri a ricordare la tragedia è stato il sindaco Alessandro
Andreatta. «Quella giornata del 67 - ha affermato - rappresenta
una delle pagine più buie del nostro Paese e del terrorismo Sud
Tirolese. Oggi siamo qui a ricordare due eroi. Mi scuso con le
famiglie per non aver provveduto prima al ricordo di due persone che
hanno servito lo Stato con la propria vita». A ricordare
l'importanza del gesto è stato anche il questore Iacobone. «Questi
due uomini - ha spiegato - sono patrimonio non solo delle loro
famiglie ma dell'intera collettività».
All'esterno della stazione ferroviaria di Trento è stata posta
una targa in marmo con i nomi dei due agenti e la scritta, su una
lastra di metallo, che ricorda l'atto da loro compiuto.
«È importante - ha affermato anche Santi Giuffrè in
rappresentanza del Capo della polizia - che le nostre generazioni
conoscano questa parte della storia del nostro Paese. Anche da questi
tristi momenti è possibile trovare la forza per continuare».
Visibilmente emozionati Vittorio e Stefano Foti, fratelli di
Filippo. «È un onore e un grande atto di rispetto - spiegano - nei
confronti di nostro fratello. Quello che è successo è stato un atto
di gravità inaudita per il quale ancora attendiamo giustizia». Per
Luisa e Mirella Martini, figlie di Edoardo, «è giusto ricordare due
persone che hanno perso la loro vita per gli altri. Noi non portiamo
odio per chi ha ucciso nostro padre - spiegano - ma vorremmo un
giorno sapere la verità».
Il dramma avvenne alle 14.44 del 30 settembre di 46 anni fa. Era
sabato. Nella valigia c'erano 12 chili di esplosivo: nel luogo dello
scoppio si formò una buca profonda un metro. G. Fin
Fonte: L'Adige – 1 ottobre 2013