giovedì 28 luglio 2011

25 maggio 1966 - Bruno Bolognesi



Nato ad Argenta (FE) il 12 luglio 1942. Finanziere.
Si arruolò nella Guardia di Finanza nell’aprile 1961 e fu destinato alla Legione di Trento al termine del corso di formazione presso la Scuola Alpina di Predazzo. Dopo aver prestato servizio a Malles Venosta, fu trasferito nel marzo 1965 alla Brigata di frontiera di S. Giacomo di Vizze (BZ).
Alle 12.30 del 25 maggio 1966, in località Passo Vizze (BZ), il finanziere Bruno Bolognesi rimase ucciso dalla esplosione di un ordigno mentre transitava nei pressi del rifugio in legno annesso al distaccamento del Corpo. L’agguato fu attribuito a organizzazioni separatiste sudtirolesi.







Ferrara: Medaglia d’oro alla memoria di Bruno Bolognesi
Servizio del 10/05/2010 - A 44 anni dalla morte, causata dall’esplosione di un ordigno, la cerimonia di consegna ieri mattina in Prefettura della medaglia d’oro del Presidente della Repubblica a Marisa e Luisa in memoria del fratello Bruno Bolognesi, finanziere originario di Argenta, vittima di un attentato terroristico organizzato da una cellula separatista altoatesina. Il giovane Bolognesi è stato ucciso il 25 maggio 1966 nei pressi di Passo Vizze, dove stava svolgendo il servizio militare come agente della Guardia di Finanza. Erano gli anni crudeli del terrorismo altoatesino e Bruno Bolognesi un ragazzo argentano di 24 anni, uscito in pattuglia sulle montagne di quella splendida regione, finì vittima dell’odio insensato, come lo ha definito ieri il comandante della Guardia di Finanza di Ferrara, Fulvio Bernabei, di un gruppo separatista altoatesino. Ferrara ha celebrato con questo atto di omaggio ad un giovane eroe del dovere, la giornata dedicata alla commemorazione delle vittime del terrorismo. Una lunga stagione di atti terroristici, che hanno insanguinato il nostro Paese in questi decenni, dal terrorismo altoatesino, al terrorismo politico delle Brigate rosse , dalla strage di Ustica alle stragi nere, a quelle di matrice mafiosa, da Piazza Fontana, all’Italicus, a Piazzale della Loggia, alla strage compiuta alla stazione di Bologna nel 1980; una lunga scia di sangue e di dolore che il "Giorno della memoria" - istituito con la legge n. 56 del 4 maggio 2007 “al fine di ricordare tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice”, con la partecipazione delle Associazioni e di numerosi familiari di vittime di atti di terrorismo- vuole ricordare perché sia fatta luce e si continui a cercare la verità ancora sfuggente di mandanti e assassini. Un impegno importante sul piano etico e civile, ancor prima che giudiziario, come ha sottolineato il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, sabato 8 maggio, nella cerimonia che si è svolta al Quirinale e come ha sostenuto il prefetto di Ferrara, Provvidenza Raiomondo che ieri ha consegnato alle sorelle commosse di Bruno Bolognesi, la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica alla memoria del giovane argentano. Una cerimonia che ha stretto intorno alla famiglia del giovane e ai rappresentanti del Comune di Argenta, le massime autorità del Comune e della Provincia di Ferrara, il comandante della Guardia di Finanza, le autorità militari, i rappresentanti della Società civile e un gruppo di giovani che hanno chiuso la cerimonia cantando l’inno di Mameli eseguito al pianoforte dalla giovanissima Maria Cristina Solmi.
http://www.anfilugo.it/ricordi1.htm









3 settembre 1964 - Vittorio Tiralongo

Nato a Noto (SR) l’8 ottobre 1940. Carabiniere.
Si arruolò nell’Arma nel 1961. Dopo le prime esperienze professionali in Reparti della Regione Toscana, fu trasferito in Trentino Alto Adige, dove prestò servizio a Trento, Cavalese e, dal 1964, alla Stazione di Selva dei Molini.
Ucciso il 3 settembre 1964.
Alle 21.30 del 3 settembre 1964, alcuni terroristi appartenenti a un'organizzazione separatista sudtirolese attirarono con un pretesto, all'esterno della Caserma di Selva dei Molini (BZ), il Carabiniere Vittorio Tiralongo, unico militare presente in sede, uccidendolo con un colpo di fucile.

giovedì 21 luglio 2011

20 ottobre 1962 - GASPARE ERZEN

Nato a Montenero d’Istria il 7 gennaio 1904. Guardia merci.
Gaspare Erzen fu vittima, il 20 ottobre 1962, di un attentato dinamitardo. I1 19 ottobre 1962 Kuhn Herbert, Bunger Fritz, Bunger Heinrich e Kienesberger Peter consegnarono verso le ore 17 al deposito bagagli della stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova una valigia contenente chilogrammi 10 di dinamite, un serbatoio di plastica, pieno di olio e di benzina, nonché un congegno ad orologeria preparato in modo che l'esplosione avvenisse alle ore 3 del giorno successivo. Dall'esplosione dell'ordigno derivarono: la morte di Erzen Gaspare, il ferimento di 19 persone e la parziale distruzione del reparto viaggiatori.

martedì 19 luglio 2011

12 GIUGNO 1962 - GIOVANNI POSTAL






Il ricordo, 50 anni fa
Postal, stradino inerme vittima del terrorismo
Don GIANCARLO PELLEGRINI
Il 27 marzo cadevano 50 anni di un fatto, che poteva essere un'avvisaglia di quello che presagiva di quanto sarebbe accaduto. Quello che è passato alla storia come i fuochi del Sacro cuore a cui seguirono le cariche di tritolo che abbatterono i tralicci della corrente elettrica. Quella mattina Giovanni Postal, stradino sulla nazionale, abitante a Grumo, giungendo alla baracca dell'Anas, posta a confine della due province, vi trova scritto a caratteri cubitali «hier ein Südtirol». L'uomo, che l'esperienza aveva reso capace di cogliere i segni meno vistosi, girando circospetto attorno alla baracca scopre un ordigno a orologeria. Subito allerta i carabinieri di Salorno e di Mezzolombardo. Giovanni resta sconvolto ripeteva spesso: «Fosse passato una macchina o peggio un bus ci poteva essere una strage». L'ordigno era stato messo lì per uccidere; Giovanni ne era convinto. Sarebbe interessante vedere che tipo di investigazioni furono fatte: comunque non tali da poter prevenire la notte dell'11 giugno. Purtroppo non finisce qui. La mattina del lunedì 12 giugno iniziava una nuova settimana di lavoro per Giovanni. Era già in età di pensione, ma i contributi di gioventù non gli consentivano di maturare una pensione decente per cui decise di rimanere al lavoro i due anni che necessitavano al suo completamento. Amava il suo lavoro e questo prolungamento non gli pesava affatto. Alle 7,30 inforcato il «paperinos» da Grumo di S. Michele all'Adige raggiunge la sua baracca dove ricovera il mezzo. Si dedica ad alcuni lavoretti di sistemazione del ciglio della strada. Il giorno prima il traffico domenicale, intenso per le prime gite verso le dolomiti, aveva procurato qualche disordine. Quindi inforca la bicicletta che gli serviva ad ispezionare con cura lo stradone. Via per Salorno: pedalando con calma. Poco dopo si accorge che un pioppo aveva una cintura di color nero verso le radici. Intuitivamente ricorda il 27 marzo e abbandonata la bicicletta attraversa veloce la carreggiata, si avvicina pronto a staccare l'ordigno tagliando con la «podarola» la cinghia che lo teneva legato all'albero. La deflagrazione fu terribile. Il corpo straziato di Giovanni fu buttato all'aria e cadde seminudo in mezzo alla carreggiata. Il pioppo schiantato cadde sullo stradone il che la dice lunga sulla potenza della carica di tritolo impiegata. Giovanni è la prima vittima di quei altoatesini che per qualche anno uccideranno militari e civili con i più vili attentati. L'esperienza del 27 marzo lo ha spinto a intervenire per rimuovere la bomba assassina: ha donato la vita per salvare gli altri. Proprio di fronte a quel pioppo vi era una piazzola dove spesso si incontravano, proprio verso quell'ora, le pattuglie dei carabinieri che facevano servizio l'una in Alto Adige e l'altra in Trentino: una sigaretta due parole e via al lavoro. Ora vi è una lapide che ricorda l'innocente vittima dell'odio e della violenza disumana di chi crede di risolvere i problemi sociali con il sangue. Spero proprio che, nel ricordare i 50 anni dagli avvenimenti, non si dia più importanza ai tralicci, il cui danno e la spettacolarità furono senza dubbio grandi, ma non così come la perdita di una vita umana, oltretutto di un innocente: Giovanni Postal, stradino.
L'ADIGE 05/04/2011

lunedì 11 luglio 2011

15 AGOSTO 1956 - RAIMONDO FALQUI



15 agosto 1956
Finanziere

Fundres/Vandoies (BZ)

Dopo essersi recato presso lo spaccio ENAL di Fundres insieme ad un commilitone (in abiti borghesi) ed essersi allontanato insieme al commilitone dopo le 22.30 per raggiungere a piedi la locale casermetta della Guardia di Finanza fu aggredito e picchiato al punto tale da rimanere agonizzante nel letto di un torrente, ritrovato ancora vivo alle 4 del mattino spirò mentre lo trasportavano a Vandoies. Aveva 22 anni.

venerdì 1 luglio 2011


Berta EBNER
Angelo PRIORE
Marco RUSSO
Nunzio RUSSO
Maria Santina CARRARO in RUSSO
Filippo FOTI
Edoardo MARTINI
Mario DI LECCE
Olivo DORDI
Francesco GENTILE
Armando PIVA
Martino COSSU
Franco PETRUCCI
Eriberto VOLGGER
Salvatore CABITTA
Giuseppe D'IGNOTI
Palmerio ARIU
Luigi DE GENNARO
Bruno BOLOGNESI
Vittorio TIRALONGO
Gaspare ERZEN
Giovanni POSTAL
Raimondo FALQUI